"E' stato prodotto un grave danno il quale ha comportato che 120 milioni di denaro pubblico siano stati sottratti a finalità ben prioritarie (sanità, trasporti) rispetto al ritardare lo stato di insolvenza della Casa da gioco di Saint-Vincent". Così nel marzo 2019 scriveva il presidente del tribunale di Aosta, Eugenio Gramola, nelle motivazioni della sentenza di condanna, in primo grado, a quattro anni di carcere e un maxi risarcimento da 120 milioni di euro emessa nei confronti di Luca Frigerio, ex amministratore unico del Casinò di Saint-Vincent.
Il processo riguardava i 140 milioni di euro di finanziamenti regionali erogati alla Casa da gioco valdostana tra il 2012 e il 2015: unico degli otto imputati ad aver scelto il dibattimento ordinario, Frigerio è imputato per falso in bilancio e truffa ai danni dello Stato ed era stato anche l'unico a essere condannato.
Martedì 9 maggio alle ore 9, in un'aula del tribunale di Torino, l'imputato Frigerio tenterà di ribaltare la sentenza nel processo di secondo grado in Corte di Appello.
A seguito di ricorso della Procura di Aosta, compariranno in aula a giudizio anche gli altri sette originari imputati, tutti assolti in primo grado nel 2019 con formula piena 'perché il fatto non sussiste'. Si tratta dell'ex presidente della Giunta e attuale consigliere regionale Augusto Rollandin; degli ex assessori al Bilancio Ego Perron e Mauro Baccega, dell'ex amministratore della Casa da gioco Lorenzo Sommo (nominato dopo Frigerio e in carica dal 2015 al 2017); dei membri del collegio sindacale della Casinò de la Vallée spa Laura Filetti, Fabrizio Brunello e Jean Paul Zanini.
Secondo il giudice Gramola che emise la sentenza di condanna, "le previsioni di crescita" relazionate da Frigerio per l'ottenimento di quei 140 milioni erano "del tutto inattendibili" e "sembra che l'effetto miracolistico dell'incremento dei proventi dovesse derivare dal solo fatto che si sarebbe completato il rinnovamento della struttura del Grand Hotel Billia, dimenticando però che le camere dell'albergo andavano poi riempite (di giocatori)". Una eventualità "che peraltro è difficilmente realizzabile rispetto ad una situazione di crisi non solo generalizzata, ma anche specifica del settore gioco d'azzardo, dalla quale, pure, il Frigerio aveva piena consapevolezza".
Frigerio, inoltre, per il tribunale di Aosta l'ex au della Casa da gioco non meritava attenuanti "per la reiterazione delle condotte sempre più sfrontate mano a mano che le perdite del Casinò si aggravavano". Oltre all'"assenza di qualsiasi forma di pentimento" da parte dell'imputato, i giudici rilevavano anche che "le conseguenze del reato non hanno nemmeno portato al risanamento del Casinò". Assistito dall'avvocatessa del foro aostano Corinne Margueret, Luca Frigerio si è sempre dichiarato "totalmente estraneo alle accuse" al pari degli altri sette imputati tutti assolti.