Secondo lo studio di fattibilità del progetto, pervenuto ieri in Regione, la realizzazione del collegamento intervallivo di Cime bianche tra le piste innevate di Ayas e quelle del Cervino, porterebbe per la Valle d'Aosta un aumento del Pil compreso tra 8,8 milioni e 11 milioni di euro.
In forza della presenza dell'impianto, durante la stagione invernale soggiornerebbero 29 mila persone in più in Valle (su un totale di 88 mila primi ingressi aggiuntivi): si tratta di "poco più dello 0,94% delle presenze turistiche complessive" a livello regionale (circa tre milioni). Un dato che porterebbe un "impatto positivo" sul Pil valdostano dello "0,11% circa, pari a oltre 5,5 milioni" di euro (la cifra deriva da uno studio dell'Irpet della Regione Toscana, secondo cui una variazione dell'1% delle presenze produce una variazione del Pil regionale dello 0,12%).
Ai 5,5 milioni si deve aggiungere quanto portato dai turisti giornalieri ovvero coloro che non soggiornano e fanno 'mordi e fuggi': riducendo la loro incidenza sul Pil del 30% o del 50%, si ottiene una stima di 3,3 milioni o di 5 milioni e mezzo.
"Per il periodo estivo - si legge nello studio - le presenze turistiche si attestano per Monterosa sui 261.000 turisti mentre per Cervinia 183.000, tenendo le stesse previsioni di incremento utilizzate per l'inverno si stima un aumento delle presenze estive di 13.100 per Monterosa e 3.700 per Cervinia. Questi 16 mila e più turisti corrispondono allo 0,54 % delle presenze annuali dei turisti 2019 e tale incremento provoca quindi uno scostamento del Pil di 3,13 milioni di euro. Più difficile risulta infine valutare quantitativamente gli effetti più indiretti derivanti dalla nascita di un simile comprensorio per il resto della Valle d'Aosta e per le altre località sciistiche".
Intanto, sull'applicabilità del decreto ministeriale 104 del 17 ottobre 2007 all'ipotizzato impianto di collegamento di Cime Bianche, è pervenuto alla Presidenza della Giunta regionale anche il parere dell'avvocato dirigente, Riccardo Jans, secondo cui "il prospettato collegamento intervallivo del quale il Consiglio regionale ha riconosciuto la strategicità appare, sia pure in astratto, compatibile con il contesto normativo, fatti salvi gli esiti delle verifiche di fattibilità, relative anche alla coerenza in concreto del progetto e degli interessi coinvolti con il quadro normativo sopra delineato e fatte salve altresì le valutazioni in ordine alla sostenibilità ambientale ed economico-finanziaria del progetto, nonché le risultanze della valutazione di incidenza, verifiche e valutazioni che ovviamente esulano dalle competenze della scrivente Avvocatura regionale".
Il parere risponde alla domanda che il gruppo consiliare PCP ha posto durante la riunione congiunta delle commissioni Terza e Quarta del 9 gennaio scorso e riguarda l'applicabilità del divieto di "realizzazione di nuovi impianti di risalita a fune" per "tutte le Zone di protezione speciale: a questo riguardo, il vallone di Cime bianche è inserito nella Zps della rete Natura 2000.