"Desideriamo portare alla Vostra attenzione un argomento che sta portando preoccupazione e sdegno non soltanto tra i residenti di Breuil Cervinia (albergatori e commercianti compresi), ma anche, e forse soprattutto, tra i villeggianti - turisti che hanno scelto di vivere il luogo e la sua cultura ‐ proprietari di seconde case".
Inizia così una lunga lettera firmata da un gruppo di residenti della Valtournenche e indirizzata al sindaco, Jean Antoine Maquignaz (foto sotto), alla Giunta e al Consiglio comunale del Breuil.
Il riferimento, "ovviamente" è "al progetto The Stone, lo smisurato edificio che si prevede a brevissimo in costruzione nell’area dell’attuale Hotel Fosson".
"Da quanto si è appreso - scrivono i cittadini lasciando intendere si stia componendo in questi giorni un 'Comitato No Stone' - esaminando le tavole di progetto, ottenute faticosamente dopo aver esperito tutte le formalità di richiesta di Accesso agli atti, protrattesi ben oltre il dovuto per un inspiegabile, reiterato diniego al rilascio degli Atti da parte degli enti e soggetti competenti ‐ si tratterebbe di un colosso incombente, e opprimente, calato in modo del tutto inappropriato nell’epicentro del paese (Cervinia ndr). Si converrà che, alla luce del conseguente impatto urbanistico‐ambientale, assolutamente straordinario per via delle dimensioni, possano sorgere come leciti dubbi sulla legittimità giuridica di tutti gli atti e passaggi amministrativi che hanno portato al rilascio delle necessarie autorizzazioni e pareri favorevoli da parte di Regione Valle d’Aosta, Commissione Paesaggistica, Sovrintendenza alle Belle Arti e Commissione Edilizia comunale".
Su tali aspetti, evidenzia la missiva, "sono in corso verifiche e valutazioni da parte di svariati studi legali, ma per sgombrare subito il campo da equivoci, è forse opportuno rammentare fin d’ora che i sopracitati pareri rivestono natura consultiva, e non prescrittiva, essendo lasciata al Suo ruolo di Sindaco la facoltà di concedere il titolo esecutivo definitivo, apponendo la firma autorizzativa finale a tale progetto. Ed è per tale ragione che oggi ci rivolgiamo alla Sua figura. Andiamo oltre anche alla pesante penalizzazione che subirà la quasi totalità (essendo posizionato perfettamente nel centro del paese) dei circostanti proprietari di appartamenti, non solo in termini di svalutazione economica degli alloggi, ma anche di privazione sostanziale di sole, luce, prospetti e....aria".
Rivolgendosi direttamente a Maquignaz, gli scriventi si soffermano "sull’aspetto che dovrebbe starLe più a cuore, in qualità anche di rappresentante di una storica famiglia del Breuil che, nell’ambito delle proprie strutture alberghiere, ha partecipato anche allo sforzo profuso nell’ultimo ventennio da tanti proprietari di immobili, privati e albergatori, con l’obiettivo di abbellire e riqualificare il paese, per tentare di porre rimedio, per quanto possibile, allo scempio edilizio iniziale degli Anni ’60, puntando su un’estetica propriamente alpina, basata sull’utilizzo sapiente di legno e pietra, come la tradizione della Valle d’Aosta ci insegna e ci tramanda".
Poi il primo affondo: "Le argomentazioni commerciali ed utilitaristiche addotte dallo Studio d’Architettura (lo studio Peluffo&Partners che ha progettato il 'grattacielo' da nove piani che sarà costruito nel centro di Breuil Cervinia dall'impresa valdostana VICO di Ezio Colliard, la cui società immobiliare ne sarà proprietaria ndr) in un suo agghiacciante comunicato stampa, che parlano di sinestesia della metafora e di manufatto che parla lo stesso linguaggio materico della pietra del Cervino e si rivolge ad esso, colloquiando....ci creda non hanno affatto suscitato nella popolazione il sentimento atteso dal relatore....anzi! anche perché riteniamo che l’essenza e l’anima del Cervino siano smisuratamente superiori e totalmente imparagonabili alla qualità del vile gres che rivestirà ciò che viene unanimemente considerato un vero ecomostro".
Per gli agguerriti votornen "può sicuramente piacere o no ‐ è del tutto soggettivo ‐ lo stile ed il taglio architettonico di un edificio, ma date le sue dimensioni (come sviluppo verticale, ma anche come distanza da altri edifici ben più bassi e a soli quattro od otto metri di distanza) ci si sarebbe aspettati maggiore riflessività e moderazione nel suo collocamento. Il contesto in cui andrebbe a posizionarsi è del tutto infelice e, ci scusi,...oltraggioso".
E spiegano perché, secondo loro: "Cervinia si troverà nel prossimo futuro a dover competere sul mercato internazionale delle stazioni di sport invernali, che già oggi propone la sfida di una domanda crescente, non solo turistica, ma anche in termini di investimenti immobiliari. Essendo risultato da un’analisi professionale di settore (studio U.K.) che Cervinia, in termini di resilienza ai cambiamenti climatici, sarà tra le ultimissime località al mondo a 'morire turisticamente' per mancanza di neve naturale ed impossibilità di ricorrere all’innevamento artificiale, è evidente che nei prossimi anni risulterà sempre più attrattiva per i turisti, soprattutto stranieri, cui dovremo quindi garantire una piacevole armonia paesaggistica, o perlomeno un chiaro e coerente indirizzo architettonico‐urbanistico. Ma allora, a fronte di questa domanda crescente di 'posti caldi', perché autorizzare, con tanta urgenza e con tanti 'in deroga', l’edificazione di una simile struttura a beneficio, residenziale, di soli nove privati? oltretutto risultata subito a tutti tanto sgradita e impopolare?".
"Non sarebbe più opportuno - si chiedono gli autori della lettera - uscire finalmente dall’immobilismo e piuttosto favorire al più presto la riqualificazione della Gran Baita, monumento al degrado e alla trascuratezza che da mezzo secolo fa vergognare i Cervinesi? Pensiamo anche agli albergatori delle nuove strutture a 4 e 5 stelle costruite con tanti sacrifici, e già pesantemente penalizzate dalla crisi Covid: non potranno permettersi di uscire perdenti dalla competizione turistica internazionale, a causa di sventurate scelte urbanistiche che degradano l’attrattività della località".
E, "al contrario di quanto hanno voluto propinarci, le 'orde di stranieri che caleranno da tutto il mondo a vedere la Torre della Dubai Alpina', rappresentano solo una misera e spericolata argomentazione perdente".
E rivolgendosi agli amministratori del Breuil tutti: "Non stiamo neppure a parlarVi dell’ondata di sdegno e rabbia che pervaderebbe la popolazione, nel caso si desse seguito anche alla già anticipata demolizione dell’Hostellerie des Guides – a pochi metri di distanza da 'The Stone'; quello sì un vero monumento nazionale, museo alpino che ha fatto la storia del Breuil, edificio voluto dal Cavalier Guido Monzino a celebrazione di imprese e spedizioni alpinistiche che all’epoca ebbero risonanza mondiale (conquiste di Everest 1971 e Polo Nord 1973), portando prestigio internazionale all’Italia, grazie all’apporto fondamentale delle guide del Breuil Mirko Minuzzo e Rinaldo Carrel. Raderla al suolo, pur in presenza di scellerate autorizzazioni in tal senso da parte di Regione e Belle Arti, costituirebbe uno sfregio inaccettabile ed insopportabile all’identità di Cervinia ed al suo orgoglio storico. La popolazione non lo tollererebbe".
Ma "non ci si venga a tacciare di nostalgia retrograda che guarda solo al passato. La difesa e il rispetto delle proprie tradizioni e identità sono un valore universale, senza tempo, e trasversale alle generazioni. La modernità e l’innovazione sono pure un valore per l’umanità, ma devono essere sapientemente collocate nel giusto contesto e gestite col dovuto criterio, senza subordinazione acritica alle velleità degli Archistars; non esisteva l’idea di copiare il modello Zermatt? 'The Stone' potrebbe anche avere un senso in sé, pure azzardando stili estremi architettonico‐modernisti, ma collocato a Genova, Milano, o Torino, non certo nella conca del Breuil, o comunque in ambiente alpino".
E poi nuovamente rivolgendosi al primo cittadino: "Pensi un po’ come reagirebbero a una simile proposta gli amministratori, ma soprattutto le popolazioni di Cortina d’Ampezzo, Madonna di Campiglio, Ortisei, Corvara....Loro sì che vanno fieri delle loro identità, e le difendono a spada tratta! Non a caso i valori immobiliari di Cervinia sono nettamente perdenti rispetto a quelle località, nonostante il paesaggio impareggiabile, altitudini da valle glaciale, il maestoso Cervino e un’offerta sciistica unica. Non cediamo la nostra sovranità alpino‐ambientale a mere speculazioni esterne, che fanno strage dei nostri valori. Signor Sindaco, ci sostenga nel preservare la nostra dimensione culturale!".
Viceversa, "dovrebbe essere colta, senza remore o indugi, ogni occasione di abbellimento e di attrattività che consenta a tutti di poter liberare lo sguardo verso il verde curato e dolcemente sinuoso del campo da golf, nonché verso le alte pendici delle Grandes Murailles, e del maestoso Cervino stesso senza dover sopportare l’insulto incombente ed opprimente di 'The Stone'. Senza rievocare la Via Gluck, crediamo chei turisti non apprezzino di trovare in montagna ciò che hanno lasciato in città: durezze architettoniche e colate di cemento (e gres...) che oscurano il cielo e fanno mancare l’aria. Non possiamo permetterci di creare pericolosi precedenti che aprano la strada a future esagerazioni di verticalità diffusa e incontrollata".
Concludendo (e la citazione di Mike Bongiorno calza a pennello): "Egregio sindaco, abbiamo trovato il coraggio di scrivere questa lettera appassionata a Lei e ai Suoi collaboratori, perché desideriamo che Cervinia torni più bella e accogliente di prima, affinché si possa preservare e migliorare ciò che già abbiamo, migliorando gradualmente le brutture purtroppo ereditate dalle passate speculazioni edilizie, anche attraverso un piano di riqualificazione urbanistica (piano regolatore), in cui anche realizzazioni di architettura contemporanea alpina possano trovare spazio, ma in un contesto e con una visione d’insieme organica, che apporti un valore aggiunto alla località. Naturalmente, riteniamo che il ridare slancio alla nostra amata Cervinia e fiducia ai nostri giovani debba passare anche attraverso analoga intraprendenza ed efficienza della Pubblica Amministrazione, in armonia, sincronia ed uniformità di intenti con tutti gli operatori locali (Zermatt docet...); sono due facce della stessa medaglia".
Ribadendo infine "che abbiamo inteso con la presente raccogliere e trasferire l’umore di tantissimi residenti e turisti abituali frequentatori del Breuil", i sottoscrittori della lunga lettera fanno presente, "per completezza informativa, che del tema sono stati informati e documentati il Fondo Ambientale Italiano, Italia Nostra‐Sezione Piemonte e Valle d’Aosta e Legambiente. Signor Sindaco, comprenda le nostre ragioni, faccia il bene del Breuil, esprima l’anima della Valle e non autorizzi lo sfregio dell’ecomostro! Lasci un bel ricordo, a futura memoria, della Sua Amministrazione; non possiamo credere che voglia essere ricordato come il responsabile passivo dell’inizio del processo di Dubaicizzazione di Cervinia. Ringraziando per l’attenzione che verrà prestata alla presente, che vorrete protocollare, auguriamo buon lavoro, offrendoci nel contempo di fare tutto ciò che potremo, per supportarVi nelle iniziative che vorrete intraprendere per rafforzare e migliorare Cervinia, Valtournenche e tutto il Comprensorio".