Religio et Fides - 08 gennaio 2023, 10:00

Lettura d'arte; 'Donna al pozzo di Giacobbe', 1990 - Sieger Köder

Don Paolo Quattrone, 'Donna al pozzo di Giacobbe è un dipinto del sacerdote e pittore tedesco Sieger Köder (1925-2015) che ha utilizzato l’arte e la sua abilità nel dipingere per raccontare scene del Vangelo presentandole da prospettive nuove, obbligando così lo spettatore a considerare scene evangeliche anche conosciute con occhi nuovi'

Lettura d'arte; 'Donna al pozzo di Giacobbe', 1990 - Sieger Köder

Letture d’arte è un’idea nata dieci anni fa che don Quattrone ha realizzato e che sta portando avanti per il settimanale Il Corriere della Valle della Diocesi di Aosta. Si tratta del commento delle letture della domenica compiendo un viaggio nello sconfinato panorama della storia dell’arte.

Ogni settimana accosta la Parola di Dio della domenica ad un’opera, spaziando in varie forme espressive quali la pittura, la scultura, l’installazione, la fotografia, l’architettura. Si tratta di un percorso che si muove nelle varie epoche, senza pregiudizi, scoprendo la forza e la bellezza non solo dell’arte antica ma anche di quella moderna e contemporanea.

Questo cammino è iniziato quasi per gioco e sulla scia degli studi compiuti all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove Paolo Quattrone si è laureato nel 2008. La sfida è quella di riscoprire l’arte come canale privilegiato per rientrare in noi stessi, parlare di Dio e andare a Lui.

Il pensiero di fondo che caratterizza questa esperienza è quello che un’opera d’arte è tale nel momento in cui riesce a farci andare oltre la superficie, oltre la realtà. L’artista, come sosteneva Kandinskij, è un sacerdote che ha la missione di aprirci una finestra verso l’oltre, per farci accorgere che esiste una dimensione spirituale, per aiutarci ad esplorare i sentieri dello spirito.

Questo ha portato don Quattrone ad affermare senza ombra di dubbio che tutta l’arte è sacra. E’ un errore immenso distinguere tra arte sacra e profana! Esiste l’arte religiosa e non, ma non è il soggetto rappresentato che rende sacra o meno una pittura, una scultura, un brano musicale o un film ma è ciò che trasmette, l’energia, la forza che suscita nel cuore dello spettatore.

Questa esperienza è possibile non soltanto ammirando opere a soggetto religioso ma anche contemplando quadri, sculture, installazioni che apparentemente sembrano non comunicare nulla di profondo.

Un’opera d’arte è tale quando acquista una sua autonomia, una vita propria, quando riesce a far compiere all’osservatore riflessioni e percorsi che vanno oltre le intenzioni dell’autore. Accostare Parola di Dio e arte vuol dire far convivere due canali che hanno la finalità di farci andare oltre la superficie, che conducono l’uomo a pensare, a scoprire la dimensione spirituale della propria esistenza.

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Si conclude il tempo di Natale con la festa del battesimo di Gesù che avviene per opera di suo cugino Giovanni, seppur quest’ultimo non si ritenesse all’altezza.

Cristo lo incoraggia  e ad un certo punto gli dice: "Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia".

A quale giustizia fa riferimento?

A quella di Dio che è molto diversa dalla nostra, infatti la sua non consiste nel punire il colpevole ma nel salvarlo!

Per questa ragione Gesù si lascia battezzare per portare la sua salvezza nel centro dell’uomo; è proprio l'atteggiamento di Dio che "non sta fuori dalle cose, non se ne tira fuori, non le guarda da lontano ma vi entra dentro" e con il suo farsi uomo ce lo ha dimostrato.

Cristo facendosi battezzare, etimologicamente vuol dire immergere, si immerge dentro il torrente della storia dell’umanità, della storia di ogni singolo individuo per dire che Lui da lì dentro può far scaturire la sua salvezza come una fonte zampillante.

Giovanni battezzava nel Giordano, fiume che confluisce nelle acque del mar Morto situato in una delle zone più depresse del pianeta dove la crosta terrestre va in profondità. Siamo a circa meno 430 metri sotto il livello del mare. Gesù si fa battezzare in un fiume che confluisce verso l’area più bassa della terra per rivelarci che la sua giustizia, il suo amore intendono entrare fin nelle profondità più remote dell’uomo. E’ vero che a livello sacramentale diciamo che con il battesimo siamo immersi in Cristo ma allo stesso tempo è Lui che si immerge in noi.

A Natale vi ho detto che è importante riscoprire che Dio abita in ciascuno di noi però qualcuno potrebbe obiettare: a cosa serve allora il battesimo se Lui è già in noi? Con questo, che è il primo dei sacramenti, veniamo immersi nella morte e risurrezione di Gesù cioè in quella forza divina che è in grado di ribaltare le situazioni, anche più disperate, per portarci dal male al bene, dal buio alla luce, da un contesto di morte alla vita, è quel vortice vitale che ci può risollevare da ogni situazione negativa.

Per questa ragione è bello e importante battezzare i propri figli fin da piccoli, innanzitutto perché con quel sacramento Dio ci dice che ama quel neonato fin dalla sua nascita anche se non è ancora in grado di pensarlo o di relazionarsi con Lui ricordandoci così che la fede non consiste nel guadagnare l’amore di Dio ma nello scoprirlo e accoglierlo. Inoltre  permettiamo alla forza rigenerante di Cristo di immergersi in noi, come acqua capace di penetrare nella fenditure e nelle gole più profonde della nostra esistenza per agirvi silenziosamente e pazientemente.

Siamo certamente abitati da Dio ma con il battesimo gli consentiamo di costruire in noi un pozzo dal quale, ogni volta che vogliamo, possiamo attingere quell’acqua viva ed inesauribile che ci aiuta a ritrovare freschezza, purezza, vitalità, perdono per uscire da ogni situazione di aridità, impurità, morte e peccato.

Donna al pozzo di Giacobbe è un dipinto del sacerdote e pittore tedesco Sieger Köder (1925-2015) che ha utilizzato l’arte e la sua abilità nel dipingere per raccontare scene del Vangelo presentandole da prospettive nuove, obbligando così lo spettatore a considerare scene evangeliche anche conosciute con occhi nuovi.

L’opera in questione fa riferimento all’episodio narrato nel Vangelo di Giovanni nel quale avviene il bellissimo ed intenso incontro tra Gesù e una donna samaritana che nell’ora più calda della giornata si reca al pozzo e nel corso del dialogo ad un certo punto il Maestro accenna ad un’acqua che è in grado di dissetare per l’eternità riferendosi naturalmente a se stesso.

Köder non raffigura i due mentre parlano ma la donna affacciata al pozzo che si specchia nell’acqua e che scorge dal riflesso non solo il proprio volto ma anche quello di  Cristo, il contrario di quanto accade per Narciso che annega perché catturato dalla propria immagine.

Non solo Dio ci abita ma in ciascuno di noi vi è il pozzo del battesimo dal quale possiamo sempre attingere quell’acqua viva che è in grado di portare salvezza, di far ripartire e rifiorire la vita, la fede, l’amore e la speranza anche nel deserto.

Il sacramento del  battesimo che ci è stato donato dai nostri genitori, ai quali dovremmo essere fortemente grati, non è un ricordo del passato ma qualcosa di vivo e di sempre attivo e operante: sta a noi viverlo andando ogni giorno a quel pozzo.

 

 

 

 

don Paolo Quattrone-red.laprimalinea.it

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