Attualità - 23 luglio 2022, 08:28

Nel Santuario della Santa Casa di Loreto l'incanto del concerto del Maestro Riccardo Muti

La musica sa esprimere anche ciò che le parole non riescono a dire; il linguaggio musicale tocca il cuore delle persone, è arte, è riflesso della bellezza di Dio

Uno dei momenti più toccanti della serata: l'Ave verum cantato dai bambini

Uno dei momenti più toccanti della serata: l'Ave verum cantato dai bambini

Anche il Coro del Teatro dell’Opera Nazionale d’Ucraina “Taras Shevchenko”, guidato da Bogdan Plish, si è esibito la sera di giovedi 14 luglio nel Santuario Pontificio della Santa Casa di Loreto in occasione del 'Ravenna Festival e le Vie dell’Amicizia' diretto dal Maestro Riccardo Muti con la sua Orchestra Giovanile 'Luigi Cherubini' e il Coro Cremona Antiqua, preparato da Antonio Greco. 

Un pellegrinaggio di fede e musicale verso i Santuari Mariani, durante il quale ci si è  affidati alla Madre di Dio e dell’Umanità affinché la pace possa tornare presto nel mondo, affinché dunque ci doni una unità di menti e cuori che non conosca differenze di razza, lingua, cultura, popolo, nazione, un abbraccio che si faccia preghiera, invocando la salvezza.

Dopo l’appuntamento qualche giorno prima a Lourdes, le note del concerto hanno incantato i luoghi sacri di Loreto,  autentici 'ponti di fratellanza' che amplificano l’universalità del linguaggio musicale.

Le soavi note, le magistrali armonie e sinfonie, suggerivano che fossero abbattuti i muri dell’odio e delle divisioni, una liturgia di voci e strumenti, una meravigliosa preghiera. E quale luogo migliore, dunque, della Santa Casa di Maria di Nazareth, dove il Dio della pace è venuto ad abitare in mezzo a noi?

L’oscurità della guerra che sconvolge il mondo scuote e annichilisce  le coscienze nell’incertezza e nella paura di un futuro difficile e complicato. Occorre una luce che dia speranza che sciolga questo buio.

Dio facendosi uomo è venuto a portare questa luce, nelle nostre case, nei nostri cuori. Questo luogo di consolazione e accoglienza che è la Santa Casa di Loreto, ci ricorda che la pace è possibile e dobbiamo volerla cercare e poi saperla mantenere. Accoriamoci in un invito all’amicizia e alla pace rivolto a tutti, un appello incalzante alla fiducia e al dialogo, di fronte ai tanti conflitti in corso.

E affidiamoci così anche alla musica, che sa esprimere anche ciò che le parole non riescono a dire. Il linguaggio musicale tocca il cuore delle persone, è arte, è riflesso della bellezza di Dio.

Posso assicurare che durante la serata tutti i sensi sono stati rapiti a nutrimento dell’anima: il panorama di questa piazza, dinanzi alla Basilica, una moltitudine di giovani musicisti preparatissimi ed emozionati, il luccichio dei loro strumenti sotto i riflettori, le vibrazioni degli strumenti a percussione, le dolci note: è stato tutto davvero emozionante. Voglio ricordare anche qui due momenti particolarmente suggestivi: le voci dei bambini, i piccoli innocenti, che hanno intonato l’Ave verum di Mozart e il canto finale, in lingua Ucraina, una preghiera eseguita da un solista e rivolta alla Vergine Santissima.

Alla fine del concerto, ho potuto incontrare Riccardo Muti nella piazza e complimentarmi con lui per la splendida esecuzione musicale e per la straordinaria capacità di compenetrazione spirituale di un evento che premia la beneficenza autentica in favore dei più deboli e sofferenti.

 

Don Isidoro Mercuri Giovinazzo

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