Aumentano i frequentatori della montagna, ma cala il numero dei soccorsi. È il dato che emerge dal bilancio del Soccorso Alpino Valdostano (SAV) relativo ai mesi estivi del 2025: poco meno di 600 persone recuperate tra giugno, luglio e agosto, contro le oltre 600 dell’estate 2024.
Un trend in leggero calo, nonostante l’alta affluenza e le condizioni meteo favorevoli che hanno favorito le attività outdoor. "È un risultato che merita una riflessione – spiega il direttore del SAV, Paolo Comune – perché testimonia una maggiore attenzione, preparazione fisica e tecnica dei frequentatori, e anche un miglior equipaggiamento".
I numeri dei soccorsi
Nel dettaglio, gli infortunati sono stati 489 (498 nel 2024), mentre gli escursionisti e alpinisti recuperati illesi sono scesi a 78 (erano 85 l’anno precedente). Invariato il numero dei decessi, pari a 14 in entrambi gli anni. A questi, nel 2025, si sono aggiunti tre incidenti mortali in volo (aliante e parapendio), non legati alla progressione in montagna.
Comune sottolinea come la causa di un incidente non sia sempre riconducibile a imperizia o scarsa preparazione: "Spesso entrano in gioco problemi tecnici imprevedibili, errori in progressione o semplicemente tragiche fatalità".
Sicurezza e limiti del soccorso
Il SAV ricorda che non sempre l’elicottero può intervenire: in caso di maltempo o scarsa visibilità, le squadre devono muoversi via terra, aumentando tempi e rischi. Per questo è fondamentale una pianificazione attenta delle escursioni.
«Raccomandiamo a tutti di non improvvisare – aggiunge Comune – affidandosi quando necessario alle guide alpine ed equipaggiandosi in base a stagione, difficoltà e condizioni meteo».
L’intervento con elicottero è gratuito in caso di infortunio, mentre se si è illesi è prevista una compartecipazione ai costi. Tuttavia, ricorda il direttore, «chiamare i soccorsi è sempre la scelta giusta: molte situazioni che all’inizio sembrano gestibili possono peggiorare rapidamente".
L’appello contro i giudizi superficiali
Un passaggio del bilancio riguarda anche il clima di commenti ostili che spesso segue gli incidenti mortali in montagna:
"Leggere frasi come “impreparati, ve la siete cercata, lasciateli lì” è inaccettabile – afferma Comune –. La realtà è che la maggior parte delle persone soccorse è preparata e attrezzata. Dietro ogni tragedia ci sono nomi, famiglie, affetti: un dolore che non merita di essere insultato sui social".
Comune invita a superare l’assioma 'incidente in montagna = scelleratezza': "Gli incidenti possono capitare anche ai più esperti. Certo, esistono comportamenti superficiali e scene di imprudenza, ma non sono stati questi a determinare le tragedie estive. È compito di tutti – guide, rifugisti, operatori turistici e appassionati stessi – continuare a promuovere una vera cultura della sicurezza".


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